LA NOSTRA STORIA
Iniziò tutto nel 1956
Un giorno dell´anno 1956, un salesiano laico dell´istituto interno del Rebaudengo il Sig.Naldi, volle organizzare una squadra composta da una decina di ragazzini (ai quali non piaceva il gioco del calcio) iniziando ad allenarli in un campo polivalente, in terra battuta rossa, dove ora esiste il gioco delle bocce estivo...
Ci si allenava con un solo pallone offerto dall´oratorio, per due o tre volte alla settimana, il team era composto da : Giovanni Asti,Flaminio Baldon,Adriano Beggiato,Giovanni Bosco,Mario Ferrari,Roberto Franzolin,Salvatore Sanfilippo,Tancredi Bertot,Stelio Coraglia ed altri..Si organizzavano tornei con altri oratori.
Qualche anno dopo, fu inaugurato il nuovo campo dove esiste tuttora,potevamo fare allenamento anche alla sera.
Intanto il team cresceva e si disputavano le partite dopo la Santa messa delle 9.
La partecipazione degli spettatori era grande, anche per la posizione del campo;
La gente all´uscita dalla messa delle 11 si intratteneva sotto il porticato tifando per la squadra di casa.
D´estate si organizzavano delle mini olimpiadi con tutti gli oratori.
Un anno siamo riusciti a vincerle.
Con il passare degli anni, essendoci una sola squadra , dovevamo lasciare il posto ai ragazzini piu´ giovani,l´eta´ era compresa tra i 10 e 16 anni, cosi´ fini´ la nostra bella avventura, anche perche´ il tempo era diventato poco , a causa dell´impegno del lavoro.
Bosco Giovanni
Ci si allenava con un solo pallone offerto dall´oratorio, per due o tre volte alla settimana, il team era composto da : Giovanni Asti,Flaminio Baldon,Adriano Beggiato,Giovanni Bosco,Mario Ferrari,Roberto Franzolin,Salvatore Sanfilippo,Tancredi Bertot,Stelio Coraglia ed altri..Si organizzavano tornei con altri oratori.
Qualche anno dopo, fu inaugurato il nuovo campo dove esiste tuttora,potevamo fare allenamento anche alla sera.
Intanto il team cresceva e si disputavano le partite dopo la Santa messa delle 9.
La partecipazione degli spettatori era grande, anche per la posizione del campo;
La gente all´uscita dalla messa delle 11 si intratteneva sotto il porticato tifando per la squadra di casa.
D´estate si organizzavano delle mini olimpiadi con tutti gli oratori.
Un anno siamo riusciti a vincerle.
Con il passare degli anni, essendoci una sola squadra , dovevamo lasciare il posto ai ragazzini piu´ giovani,l´eta´ era compresa tra i 10 e 16 anni, cosi´ fini´ la nostra bella avventura, anche perche´ il tempo era diventato poco , a causa dell´impegno del lavoro.
Bosco Giovanni
La storia siamo noi !! 1972
1972, novembre inoltrato, otto ragazzi si trovano alle nove di sera per il primo allenamento.
Daniele, Flavio, Giorgio, Paolo, Salvatore, Tiziano, Martini (lo si chiama per cognome) ed io (Lorenzo), abbiamo tutti 17 anni e siamo il "PGS REBA BASKET".
La palestra è sempre quella, ben due piani sotto il livello stradale e con " pilastri bene in vista", ed è dura fare la doccia dopo l´allenamento alle undici di sera con quelle temperature... e poi, quel lavandino rotondo dal quale esce solo acqua "fredda"...
Tanti allenamenti, "scivolamento", "terzo tempo", "palleggio", "tiri liberi" e tanta corsa, per cercare di imparare a giocare bene e vincere qualche partita.
Non esiste ancora il "tiro da tre", abbiamo 10 secondi per superare la metà campo e 30 per andare al tiro e nei piedi abbiamo le mitiche "Superga di tela blu"... quelle alte, con le protezioni di gomma sulle caviglie...(altro che Adidas, Nike o And1).
Non abbiamo neanche l´allenatore. O meglio, lo fa uno di noi, Salvatore, democraticamente eletto, che durante le partite gioca e decide cambi e tattiche.
Già, i cambi. Siamo solo in otto e quindi arriviamo sempre alla fine della partite stremati dalla fatica (anche perché si giocano due tempi di 20 minuti tirati) e naturalmente le vittorie non sono moltissime... anzi.
Anche di tattiche in realtà si parla poco. "Pick and roll", "taglia fuori" e "difesa a zona" non sappiamo proprio cosa siano e l´importante è solo e sempre cercare di fare un punto in più degli avversari.
Il pubblico poi non è mai molto numeroso anzi, diciamo pure che non c´è mai nessuno a fare il tifo per noi ma non importa, noi ci impegniamo ugualmente, perché in quel periodo "la divisa verde del PGS REBA BASKET" la vestiamo noi...
Lorenzo Bergese
Daniele, Flavio, Giorgio, Paolo, Salvatore, Tiziano, Martini (lo si chiama per cognome) ed io (Lorenzo), abbiamo tutti 17 anni e siamo il "PGS REBA BASKET".
La palestra è sempre quella, ben due piani sotto il livello stradale e con " pilastri bene in vista", ed è dura fare la doccia dopo l´allenamento alle undici di sera con quelle temperature... e poi, quel lavandino rotondo dal quale esce solo acqua "fredda"...
Tanti allenamenti, "scivolamento", "terzo tempo", "palleggio", "tiri liberi" e tanta corsa, per cercare di imparare a giocare bene e vincere qualche partita.
Non esiste ancora il "tiro da tre", abbiamo 10 secondi per superare la metà campo e 30 per andare al tiro e nei piedi abbiamo le mitiche "Superga di tela blu"... quelle alte, con le protezioni di gomma sulle caviglie...(altro che Adidas, Nike o And1).
Non abbiamo neanche l´allenatore. O meglio, lo fa uno di noi, Salvatore, democraticamente eletto, che durante le partite gioca e decide cambi e tattiche.
Già, i cambi. Siamo solo in otto e quindi arriviamo sempre alla fine della partite stremati dalla fatica (anche perché si giocano due tempi di 20 minuti tirati) e naturalmente le vittorie non sono moltissime... anzi.
Anche di tattiche in realtà si parla poco. "Pick and roll", "taglia fuori" e "difesa a zona" non sappiamo proprio cosa siano e l´importante è solo e sempre cercare di fare un punto in più degli avversari.
Il pubblico poi non è mai molto numeroso anzi, diciamo pure che non c´è mai nessuno a fare il tifo per noi ma non importa, noi ci impegniamo ugualmente, perché in quel periodo "la divisa verde del PGS REBA BASKET" la vestiamo noi...
Lorenzo Bergese
La Storia siamo noi - Fine anni ´80 inizio anni ´90
Il Reba basket esisteva anche allora, ma il vero basket quello da "uomini" era quello giocato sul campo nel cortile dell´Oratorio.
L´appuntamento, quello serio iniziava alle quindici circa del sabato pomeriggio, nel favoloso campo d´asfalto dell´oratorio, con i canestri storti già allora.
Un cospicuo gruppo di quindicenni, sedicenni, e così via fino ad arrivare ai grandi over 20 anni si sfidava tre contro tre, quattro contro quattro, cinque contro, quattro e così via, fino alle diciannove e trenta circa.
Si era tutti uguali e le squadre venivano composte in maniera equa e l´energia che avevi in corpo non la risparmiavi.
L´ importante era condividere quel bellissimo sport con ragazzi uniti dallo stesso
amore.
Non esisteva arbitro, ma la correttezza era sovrana, ci si rispettava e si amettevano i falli spesso anche quando non si vedevano.
Per me che ero tra i più piccoli, la meta era quella di poter giocare in squadra con quelli più grandi i " big ", e facevi di tutto per fare bella figura ci mettevi tutto te stesso.
Tra una pausa e l´altra si parlava dei risultati tra Lakers e Boston Celtics e di chi fosse più bravo tra Bird, Jonhson , Jabar.
Alcuni sabati a questi scontri partecipavano anche i fratelli Zanatta fantastici giocatori di questo fantastico sport.
Maurizio il più eclettico, con le sue super schiacciate stacco ben due volte il cesto dal tabellone, con la sua altezza di più di due metri, fu, l´unico che riuscì a fare carriera nel basket italiano, all´epoca molto ferreo di regole; basti pensare che le schiacciate erano vietate, tanta differenza da quello americano in cui le schiacciate la facevano da padrone e ci faceva sognare un futuro da campione.
Crescevi imparando dai tuoi avversari e amici più grandi e durante la settimana se potevi andavi ad allenarti per lo scontro del sabato.
Ultimo ricordo indimenticabile riguarda le cavigliere rosse con il peso, accessorio " indispensabile "per un giocatore di basket " con quelle dopo saltavi sicuramente più alto "...
All´epoca l´oratorio era diretto da Don Mariano l´unico sacerdote che diceva Messa senza il microfono la sua voce tuonante rimbombava per tutta la chiesa...
Ah ragazzi che bei tempi...
Massimo Ghirelli
L´appuntamento, quello serio iniziava alle quindici circa del sabato pomeriggio, nel favoloso campo d´asfalto dell´oratorio, con i canestri storti già allora.
Un cospicuo gruppo di quindicenni, sedicenni, e così via fino ad arrivare ai grandi over 20 anni si sfidava tre contro tre, quattro contro quattro, cinque contro, quattro e così via, fino alle diciannove e trenta circa.
Si era tutti uguali e le squadre venivano composte in maniera equa e l´energia che avevi in corpo non la risparmiavi.
L´ importante era condividere quel bellissimo sport con ragazzi uniti dallo stesso
amore.
Non esisteva arbitro, ma la correttezza era sovrana, ci si rispettava e si amettevano i falli spesso anche quando non si vedevano.
Per me che ero tra i più piccoli, la meta era quella di poter giocare in squadra con quelli più grandi i " big ", e facevi di tutto per fare bella figura ci mettevi tutto te stesso.
Tra una pausa e l´altra si parlava dei risultati tra Lakers e Boston Celtics e di chi fosse più bravo tra Bird, Jonhson , Jabar.
Alcuni sabati a questi scontri partecipavano anche i fratelli Zanatta fantastici giocatori di questo fantastico sport.
Maurizio il più eclettico, con le sue super schiacciate stacco ben due volte il cesto dal tabellone, con la sua altezza di più di due metri, fu, l´unico che riuscì a fare carriera nel basket italiano, all´epoca molto ferreo di regole; basti pensare che le schiacciate erano vietate, tanta differenza da quello americano in cui le schiacciate la facevano da padrone e ci faceva sognare un futuro da campione.
Crescevi imparando dai tuoi avversari e amici più grandi e durante la settimana se potevi andavi ad allenarti per lo scontro del sabato.
Ultimo ricordo indimenticabile riguarda le cavigliere rosse con il peso, accessorio " indispensabile "per un giocatore di basket " con quelle dopo saltavi sicuramente più alto "...
All´epoca l´oratorio era diretto da Don Mariano l´unico sacerdote che diceva Messa senza il microfono la sua voce tuonante rimbombava per tutta la chiesa...
Ah ragazzi che bei tempi...
Massimo Ghirelli
La Storia siamo noi - Da metà anni ´90 ad oggi
Metà anni ´90, al Reba c´era un don con la passione del Basket: anche se non sembrava un atleta aveva una gran voglia di giocare in cortile e invitava i ragazzi a fare una bella partita.
Don Marco fu l´anima di quella rinascita.
Qualcuno seguì la stessa passione e si formarono due squadrette, una di ragazzi di 11-12 anni e una di circa 10 bambini di 3° e 4° elementare che cominciavano a
muovere i primi passi in questo sport.
Questi primi gruppetti parteciparono nel giugno del 1997 al Torneo Topolino e fu un vero disastro. I genitori presenti all´evento decisero di provare a far le cose un po´ meglio. Nacquero così le primi radici del "nuovo" Reba Basket. Da li a due anni il Reba Basket divenne campione nazionale Pgs categoria Propaganda, e gli atleti iscritti erano circa 30.
Degna nota meritano due protagonisti indiscussi di quella rinascita: Mauro Gambaretto nel settore giovanile e Michele Grasso nel minibasket.
Nel 2001 gli atleti iscritti erano già 50, negli anni a seguire i numeri aumentarono continuamente arrivando a sfiorare i 130 atleti.
Nei primi anni del 2000 arrivarono allenatori molto capaci e dirigenti disponibili: Beltrando, Figliolia, Sollima, Morello, Mina, Galizia, Salmaso, Pennacchio. I risultati non si fecero attendere.
Torino e Provincia cominciarono a temere i ragazzi del Reba e i nostri atleti venivano richiesti da più parti.
Dal 2005 il Reba Basket diventa Associazione Dilettantistica Pgs Reba Basket con un suo statuto e una identità propria. Don Fabrizio accoglie la richiesta di reggere questa nuova realtà sportiva dello spirito salesiano e ne sarà presidente fino alla sua partenza in terra di missione nel novembre 2008.
Oggi un giovane e capace presidente ha preso il suo posto e merita il nostro plauso e il nostro appoggio: Marco Federico.
Insieme a lui altri giovani stanno dando un ottimo contributo unitamente a nuovi allenatori e a nuovi dirigenti. Oggi la nostra realtà può contare su ben nove squadre dai più piccoli di 6 anni ai "maturi" della Promozione.
Ventidue persone tra allenatori e dirigenti possono dare il loro contributo ad oltre 110 atleti.
Questo per permettere ai bambini, ai ragazzi e ai giovani di poter fare uno sport che è più "sano" della pigrizia, dell´inedia, del bullismo, della solitudine e dell´isolamento.
Perché insieme si fa squadra e nella squadra nasce l´amicizia, la lealtà, la
correttezza, la generosità, e il sacrificio.
Quest´ultimo poi è merce rara oggi.
Un´unica grande nota negativa ci disturba: l´oratorio non ci può offrire
una vera palestra, siamo costretti a sparpagliarci in realtà diverse. Non
abbiamo un unico luogo d´incontro, dove fare anche oratorio, dove sentirci in "casa".
Però potremo provarci!
Sandro Gattari
Don Marco fu l´anima di quella rinascita.
Qualcuno seguì la stessa passione e si formarono due squadrette, una di ragazzi di 11-12 anni e una di circa 10 bambini di 3° e 4° elementare che cominciavano a
muovere i primi passi in questo sport.
Questi primi gruppetti parteciparono nel giugno del 1997 al Torneo Topolino e fu un vero disastro. I genitori presenti all´evento decisero di provare a far le cose un po´ meglio. Nacquero così le primi radici del "nuovo" Reba Basket. Da li a due anni il Reba Basket divenne campione nazionale Pgs categoria Propaganda, e gli atleti iscritti erano circa 30.
Degna nota meritano due protagonisti indiscussi di quella rinascita: Mauro Gambaretto nel settore giovanile e Michele Grasso nel minibasket.
Nel 2001 gli atleti iscritti erano già 50, negli anni a seguire i numeri aumentarono continuamente arrivando a sfiorare i 130 atleti.
Nei primi anni del 2000 arrivarono allenatori molto capaci e dirigenti disponibili: Beltrando, Figliolia, Sollima, Morello, Mina, Galizia, Salmaso, Pennacchio. I risultati non si fecero attendere.
Torino e Provincia cominciarono a temere i ragazzi del Reba e i nostri atleti venivano richiesti da più parti.
Dal 2005 il Reba Basket diventa Associazione Dilettantistica Pgs Reba Basket con un suo statuto e una identità propria. Don Fabrizio accoglie la richiesta di reggere questa nuova realtà sportiva dello spirito salesiano e ne sarà presidente fino alla sua partenza in terra di missione nel novembre 2008.
Oggi un giovane e capace presidente ha preso il suo posto e merita il nostro plauso e il nostro appoggio: Marco Federico.
Insieme a lui altri giovani stanno dando un ottimo contributo unitamente a nuovi allenatori e a nuovi dirigenti. Oggi la nostra realtà può contare su ben nove squadre dai più piccoli di 6 anni ai "maturi" della Promozione.
Ventidue persone tra allenatori e dirigenti possono dare il loro contributo ad oltre 110 atleti.
Questo per permettere ai bambini, ai ragazzi e ai giovani di poter fare uno sport che è più "sano" della pigrizia, dell´inedia, del bullismo, della solitudine e dell´isolamento.
Perché insieme si fa squadra e nella squadra nasce l´amicizia, la lealtà, la
correttezza, la generosità, e il sacrificio.
Quest´ultimo poi è merce rara oggi.
Un´unica grande nota negativa ci disturba: l´oratorio non ci può offrire
una vera palestra, siamo costretti a sparpagliarci in realtà diverse. Non
abbiamo un unico luogo d´incontro, dove fare anche oratorio, dove sentirci in "casa".
Però potremo provarci!
Sandro Gattari
[] []
[]
[]
[]
[]